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03/07/2023
Le nostre foto personali, un lavoro riservato o dei documenti sono materiale altamente sensibile. Oggigiorno, con poca cura non badiamo molto al servizio che ci permette di condividere questi files ma questo è sbagliato in quanto più i documenti sono sensibili più sono appetibili per malintenzionati e cyber criminali.
Bisogna evolversi, capire i rischi connessi allo sharing e all’invio file e per farlo e importante capire quale strumento e più adatto per la condividere questi files.
Il trasferimento file è solo una parte di tutto il processo di condivisione dei dati. Quando inviamo dei files, li rendiamo disponibili ad altri utenti, solitamente scegliamo noi a quali utenti rendere disponibile questi files, in alcuni casi è previsto anche scegliere i permessi che possono avere tali utenti a cui abbiamo inviato i files.
Quest’ultima prassi è forse quello che rende più sicuro in alcuni casi il trasferimento file grandi dimensioni, la possibilità di decidere i permessi da attivare per ogni condivisione, che in linea di massima possono essere: “Solo Visualizzazione”, “Visualizzazione e modifica” Visualizzazione, modifica ed eliminazione”.
Ma non è così semplice, condividere in sicurezza non significa dare accesso solo a chi vogliamo, in quanto la nostra condivisione non avviene mai 1 a 1, ma sempre tramite servizio terzo che dovrà necessariamente elaborare e mantenere i nostri files, fin quanto la persona indicata non li potrà scaricare. Quindi le logiche della sicurezza vanno ben oltre e devono essere affrontate anche alla luce della scelta del provider e/o dello strumento che si utilizza per inviare i files.
Prima dell’avvento della banda larga, che ci ha permesso di raggiungere velocità in download e soprattutto in upload molto elevate, esistevano già degli strumenti base per la condivisione di file anche di grandi dimensioni.
Ovviamente i tempi per il caricamento erano ben diversi e molto lunghi e anche la sicurezza era molto labile. In ambito informatico uno degli strumenti più noti per i trasferimenti file è sempre stato l’FTP, acronimo di File Transfer Protocol, il più antico sistema di sharing files del mondo.
Questo protocollo ha permesso (e in realtà permette ancora) di inviare e ricevere file tra due computer, uno dei quali deve fare da server. Normalmente, gli utenti accedono ai file connettendosi al server FTP tramite autenticazione con nome utente e password.
Un altro metodo che ha avuto il suo boom alla negli anni 2000 è il “Peer To Peer” anche conosciuto come P2P, consente di condividere i file senza ospitarli su un server centrale e senza utilizzare il browser. Gli utenti di queste reti sono detti peer (perché hanno tutti lo stesso livello gerarchico) e agiscono come nodi della rete.
Balzato alle cronache soprattutto per la condivisione di files illegali, viene utilizzato anche oggi, in quanto soprattutto la rete torrent, con le dovute accortezze risulta ancora una rete abbastanza anonima. Tuttavia è assolutamente sconsigliabile utilizzare tale protocollo per documenti e files personali
Infine tra gli strumenti standard che ognuno di noi ha usato almeno una volta per inviare inviare foto pesanti e in generale trasferimenti file, c’è sicuramente la mail.
Con tutti i suoi limiti, sia di sicurezza che di dimensioni dell’allegato, la mail è ancora lo strumento più diffuso per trasferire file pesanti.
Nella scelta di un servizio e/o strumento che debba gestire i nostri files e tenerli fino a quando non saranno scaricati vanno considerati tre aspetti fondamentali:
Alla luce di questi tre punti, la nostra scelta è ricaduta su questi tre servizi di condivisione e cloud sharing che integrano tali aspetti fondamentali e ci danno una maggiore sensazione di sicurezza, tale da poter condividere e mantenere sui loro server, anche files importanti, documenti e foto personali.
Uno strumento che dire prezioso è poco. Google Drive fa parte di tutto quell’eco sistema di tool e app messe a disposizione dal colosso di Mountain View per rendere la nostra vita più semplice. Nel corso degli anni Drive è cambiato molto e da semplice “Hard Disk” Virtuale è diventato un servizio di Cloud Sharing di altissimo livello.
Drive garantisce un livello molto elevato di sicurezza per i nostri files, sfruttando le risorse tecnologiche di tutto l’ecosistema Google. Drive consente agli utenti di archiviare e sincronizzare file online su tutti i dispositivi e sistemi operativi e offre una suite di strumenti di collaborazione basati su browser (Documenti, Presentazioni e Fogli Google). Tutti i file caricati in Drive o creati in Documenti vengono criptati in transito e a riposo con la crittografia a AES256 bit.
Drive ha l’interfaccio più intuitiva tra tutte le soluzioni che vi proponiamo e per questo l’abbiamo messa al primo posto. Tramite la gestione dei permessi è possibile condividere, files o intere cartelle solo con chi si vuole oppure rendere visibile a tutti quelli che ricevono o hanno il link i nostri files.
Ultimamente si è arricchita anche della funzione “copy” & “paste” tramite shortcut della tastiera, una cosa che rende ancora più semplice inviare i propri files su drive.
Uno dei servizi di file sharing più utilizzati al mondo. Semplicissimo, intuitivo, gratuito fino a 2GB di File. Wetransfer funziona fin dalla sua nascita tramite interfaccia web, si accede al sito e si può condividere i files o addirittura intere cartelle.
All’atto della condivisione e del caricamento dei files, si può scegliere se avere un link da condividere o inviare una mail al destinatario del trasferimento. Anche per wetransfer la sicurezza è al primo posto, quando vengono uplodati i nostri files sono gestiti dal protocollo TLS, in seguito quando sono presenti fisicamente sui loro server vengono criptati con AES-256).
Questo strumento è molto utilizzato in ambito lavorativo, perchè molto generoso con account gratuito (ben 2gb di files) ma è anche abbastanza economico nei suoi piani a pagamento.
Una delle prime aziende ad offrire un servizio di hosting files gratuito. Dropbox nel corso degli anni è cresciuta molto ampliando la propria offerta commerciale oggi è un servizio di “Personal Cloud Storage” di altissimo livello.
Dropbox utilizza un modello di business freemium, dove viene offerto un account gratuito con una capacità di 2 GB di base, estendibili, in vari modi, fino a 18 GB in totale. Ad esempio, si guadagnano 500 MB per ogni nuova persona invitata che si registri al sito e installi il software sul proprio computer. Il servizio, oltre che tramite app può essere usato via web, caricando e visualizzando i file tramite il browser, oppure tramite il driver locale che sincronizza automaticamente una cartella locale del file system con quella condivisa, notificando le sue attività all’utente.
Dropbox si basa sul protocollo crittografico Secure Sockets Layer (SSL), i file immagazzinati e accessibili tramite password vengono cifrati tramite AES con chiave a 256 bit. Il programma per usufruire del servizio, scaricabile gratuitamente, è disponibile per Windows, macOS, Linux, iOS, BlackBerry OS, Android, Windows RT e Windows Phone.
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